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    Antologia della critica    
   

Un Maestro del colore

Un maestro del colore: forse la definizione più giusta per Paolo Lapi, ma non esaustiva. La liberazione del colore e l'esaltazione cromatica create dall'artista traggono origine da un appassionato rapporto con una natura e un'umanità trasfigurate dall'atto creativo, dalla fantasia, e dall'immaginazione. Luce, colore, figure, impianto compositivo nascono in simbiosi e ordinano il loro rapporto man mano che il quadro si definisce. La strutturazione del campo pittorico è insita nel modo stesso di trattare la superficie: Lapi spinge il colore ai limiti semantici fino ad attribuire alle cose valori puramente immaginari: il senso di ogni colore è dato dall'espansione che ha nella superficie, dalla forma della zona colorata, dal rapporto contrastato con le atre, dai caratteri della pennellata, dalle sperimentazioni tecniche. In questi manifesti, inoltre, le stesure pittoriche sono segnate da insistite grafie scure che definiscono con efficacia le figure. Le sue appassionate e tormentate campiture possono considerarsi testimonianza delle più scottanti questioni esistenziali della nostra epoca: l'ossessione della solitudine, l'incomunicabilità, le barriere dell'individualismo e degli egoismi, le vecchie e nuove emarginazioni; una testimonianza talora scettica e disincantata, ma sempre fiduciosa in una nuova armonia. L’esplosione di colori con cui i quadri sono costruiti lo sta a testimoniare. Il colore è il veicolo che consente di stabilire una corrente di emozioni con l'osservatore. Le immagini che salgono dal profondo del suo essere si incontrano con quelle che provengono dall'esterno e il dipinto diviene la superficie in cui si stabilisce un'entusiasmante continuità tra il mondo e la sua personale, profonda interiorità. È la sua forza interiore che esplode in superficie e genera spazio colorato. Una forza interiore determinata dalla volontà di superare gli stereotipi, di rifiutare facili sociologismi; una forza interiore che significa comprensione istintiva di un mondo per la cui decifrazione non bastano né astratte ideologie, né volontaristiche fughe in avanti, ma profondità del sentire e consapevolezza della complessità.

Ilario Luperini
   
   
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